Le onde d’urto sono onde acustiche impercettibili ad alta energia e in fisioterapia vengono utilizzate per ottenere particolari effetti benefici.
Vengono emesse da una sonda e si propagano attraverso la superficie cutanea e i tessuti , in sequenza rapida e ripetuta.
Questa terapia è entrata in uso medico intorno agli anni 80‘. Inizialmente veniva utilizzata per la terapia dei calcoli renali, ma negli anni successivi ha trovato un largo impiego anche per il trattamento di patologie ortopediche e di patologie a carico dei tessuti ossei e molli.
Non si devono confondere le onde d’urto con gli ultrasuoni. Le onde d’urto hanno infatti una morfologia differente e una quantità di energia molto maggiore rispetto agli ultrasuoni.
E’ una metodica non invasiva, utile per la cura di molte patologie, anche in fase acuta, grazie alle sue proprietà benefiche di tipo antinfiammatorio, antidolorifico ed “anti-edema” (cioè per contrastare il “gonfiore“), nonché per stimolare la riparazione tissutale. In tempi più recenti, infatti, si sono mostrate efficaci anche nell’ambito della rigenerazione cutanea, accelerando il processo di guarigione di piaghe, ulcere e ferite “difficili” di varia origine, anche post-traumatica.
A livello microscopico, la stimolazione con le onde d’urto è paragonabile ad una sorta di “micro-idromassaggio” profondo sui tessuti e sulle cellule, in grado di indurre queste ultime a reagire positivamente, con produzione di sostanze ad azione antinfiammatoria e di fattori di crescita, che stimolano la rigenerazione dei tessuti stessi, a partire dalle cellule staminali.
Esistono 2 tipi di O.U.: FOCALI E RADIALI
Le differenze sostanziali sono 3:
- La VELOCITA’ di propagazione dell’impulso pressorio nelle focali è supersonica, mentre nelle radiali è inferiore a quella del suono;
- L’ENERGIA trasmessa nelle focali viene focalizzata all’interno del tessuto , mentre nelle radiali diminuisce andando in profondità;
- Il TEMPO per arrivare alla massima energia è molto più breve nelle focali rispetto alle radiali.
Effetti quindi differenti ed indicazioni diverse.
INDICAZIONI primarie per le O.U. FOCALI (patologie trattabili SOLTANTO con le O.U. FOCALI):
Ritardi di consolidazione delle fratture, fratture da stress, pseudoartrosi, necrosi avascolari, osteocondriti dissecanti.
Le Onde d’urto focali hanno una maggiore potenza energetica e agiscono quindi in profondità e in modo più mirato e selettivo .
INDICAZIONI per le O.U. RADIALI e FOCALI ( patologie trattabili sia con le O.U.RADIALI che con le O.U.FOCALI):
Tendinopatie croniche, tendinopatie calcifiche della spalla, epicondilite, epitrocleite, trocanteriti, tendinopatia achillea e rotulea, fasciti plantari con/senza spina calcaneare, dolore miofasciale, cellulite
EFFETTI delle ONDE D’URTO:
E’ comune la credenza che le onde d’urto servano per “rompere” le calcificazioni. In realtà l’azione della terapia non provoca lesioni o traumatismi ai tessuti. Le onde d’urto, infatti hanno come effetto diretto un’azione meccanica delicata, una sorta di micro-massaggio su cellule e tessuti, che va a stimolare delle reazioni biologiche che creano una neovascolarizzazione che aumenta l’afflusso del sangue nella zona trattata e di conseguenza si ha un’accelerazione del metabolismo dei prodotti di scarto dell’infiammazione. Da questi meccanismi scaturiscono dei benefici in termini di riduzione dell’edema, riduzione dell’infiammazione e riduzione del dolore.
A volte può capitare che successivamente alla terapia e come conseguenza degli effetti della terapia con le onde d’urto, si verifichi un riassorbimento di una calcificazione per via secondaria attraverso una reazione biochimica.
Le onde d’urto sono ben tollerate, non invasive e ripetibili. In caso di percezione di fastidio o dolore da parte del paziente, l’operatore modulerà l’energia e il numero di colpi applicati in modo da rendere tollerabile il trattamento.
Solitamente si esegue un ciclo di 3/5 sedute con frequenza di una seduta alla settimana. La durata della seduta è di circa 10/15 minuti per il trattamento di tessuti molli, maggiore per il trattamento di patologie ossee.
Il trattamento con onde d’urto focali può, in taluni casi, avere un effetto antidolorifico immediato, ma questo non costituisce la regola. In genere, i benefici si manifestano progressivamente, con il passare delle settimane. Per poter correttamente valutare l’efficacia della terapia, è consigliabile un periodo di follow up di circa 2-3 mesi. In questo periodo saranno indicati l’astensione dall’attività sportiva ed il riposo.
Gli effetti collaterali che possono manifestarsi soprattutto con le onde d’urto focali ad alta energia, sono rari e minimi :
- piccoli ematomi, petecchie ed ecchimosi superficiali e di breve durata;
- risveglio temporaneo della sintomatologia dolorosa. La riacutizzazione del dolore dopo trattamento con onde d’urto non deve essere interpretato come un evento avverso o negativo, ma come una possibile risposta positiva alla stimolazione meccanica sui tessuti.
CONTROINDICAZIONI:
Ad oggi vengono riconosciute le seguenti controindicazioni, distinte in assolute e relative.
Sono controindicazioni assolute:
- la presenza di strutture delicate e sensibili, come encefalo, midollo spinale e gonadi nel campo focale;
- la presenza di patologie tumorali e di tromboflebiti dove si dovrebbero applicare le onde d’urto;
- la gravidanza
- la presenza di organi cavi (es. polmone ed intestino) nel campo focale (nel passaggio infatti dell’onda sonora dal mezzo solido a quello gassoso si potrebbero verificare lesioni dei tessuti).
Sono considerate controindicazioni relative:
- la presenza di Pace Maker o elettrostimolatori di diversa origine (in particolare per i pazienti portatori di Pace Maker, si dovrà porre attenzione a quale tipo di generatore utilizzare);
- la vicinanza di cartilagini ancora in fase di accrescimento (in realtà ormai questa viene considerata più una precauzione che una vera controindicazione, poiché in numerosi studi sperimentali è stata dimostrata l’assenza di effetti lesivi) , attenzione quindi in caso di trattamento di bambini o adolescenti.
- le malattie o le alterazioni della coagulazione del sangue (coagulopatie con tendenza al sanguinamento): in tali casi, il medico valuterà per ogni singolo paziente l’idoneità o meno al trattamento, ed eventualmente anche il tipo di strumentazione da utilizzare.