Terapia miofasciale

E’ un insieme di terapie manuali utilizzate per la  mobilizzazione dei tessuti molli (muscoli e fascia), con lo scopo di trattare il dolore mio fasciale e le sindromi dolorose su base biomeccanica e riflessa. 

Questa branca della fisioterapia ha come scopo il trattamento del tessuto connettivo, colonna portante del nostro sistema motore. Quando il tessuto connettivo a seguito di infortuni, traumi o posture errate presenta una limitazione del suo normale movimento per un  aumento della sua densità in determinati punti, ne deriva una riduzione del movimento articolare, muscolare e conseguente dolore.

Questo tipo di trattamento permette di ridurre il dolore, bruciori, parestesie, formicolii, torpori e di ampliare il movimento articolare.

Esistono diversi metodi per il trattamento miofasciale:

  • il metodo STECCO che prevede l’utilizzo delle nocche delle dita del terapista e anche del gomito
  • Il POMPAGE miofasciale : consiste in manovre di messa in tensione della fascia, con mobilizzazioni lente e progressive, che si ottengono tramite un movimento ritmico e regolare di “Trazione e Rilasciamento”. Solo grazie alla tensione prolungata e dolce, si raggiunge l’allungamento ottimale delle fibre di collagene che formano la fascia, ottenendo il recupero delle lunghezze fisiologiche di tali strutture
  • Utilizzo di TOOLS: prevede l’utilizzo di specifici attrezzi metallici che sostituiscono l’utilizzo di nocche e gomiti del terapista e, per la loro conformazione, permettono un trattamento più preciso della zona da trattare. Talvolta durante l’utilizzo dei tools avviene contemporaneamente all’esecuzione di un esercizio terapeutico o come parte integrante di un progetto terapeutico strutturato.
  • COPPETTAZIONE (CUPPING THERAPY): utilizzata per la prima volta in Medicina Cinese nel secondo secolo d.c., recentemente è tornata ad essere molto usata in fisioterapia, soprattutto in ambito sportivo.

Consiste nell’applicazione di vere e proprie coppette, di varie dimensioni, in punti specifici del corpo. Le coppette vengono applicate in modo tale da creare una condizione di sottovuoto che viene generata per mezzo di una fiamma o per effetto meccanico. Il primo caso, è il più antico, consiste nell’accensione di un fiammifero sotto la coppetta per alcuni istanti, il tempo necessario per generare la fuoriuscita di aria e la formazione del vuoto. Nel secondo caso si utilizzano delle coppette connesse a un sistema di aspirazione che riduce l’aria al loro interno.

Lo scopo della coppettazione è di ridurre il dolore e migliorare il movimento dei tessuti. L’applicazione della cupping therapy può essere statica o dinamica. Nel primo caso si lasciano le coppette fisse in punti specifici per un tempo prestabilito, mentre nel secondo caso una volta generato il sottovuoto la coppetta viene mossa, lungo la cute. La cupping therapy dinamica è utilizzata molto nel trattamento di aderenze e cicatrici, scollando meccanicamente i primi strati di tessuto, consente una migliore mobilità connettivale.

Ultimamente la cupping therapy è stata inserita anche nei protocolli di trattamento della cellulite, si ritiene infatti che contribuisca al miglioramento del drenaggio e della circolazione. 

  • LA FLOSSING THERAPY (F.T.):  è una particolare tecnica di bendaggio che dal 2015 ha avuto un importante sviluppo in Germania  e negli USA è nota con il nome di “Voodoo Flossing”, basata sugli studi del Dott. K. Starrett. 

La F.T. consiste nell’applicazione di bende elastiche non adesive e ben più rigide del taping. Il fisioterapista le applica nella regione corporea con restrizione di movimento. L’applicazione avviene con un importante tensione, al fine di produrre una compressione nella zona da trattare. Il razionale terapeutico non è ancora supportato da importanti studi scientifici, al momento si suppone che tale pressione ha effetto sulla riduzione della sintomatologia algica e sul miglioramento della mobilità tissutale.

Ovviamente, data la particolarità della tecnica, non si può applicare in tutte le regioni del corpo, come ad esempio la gabbia toracica, ma è adatta per lo più ad articolazioni periferiche come gomito, polso, ginocchio e caviglia. La compressione effettuata dalla benda viene mantenuta per un tempo che varia dai 2 ai 5 minuti.

Durante questi minuti il terapista può mobilizzare l’articolazione passivamente o richiedere al paziente di effettuare alcuni esercizi specifici. Dopo di che, quando viene rimossa la benda si rieseguono gli stessi movimenti, notando i progressi ottenuti.

INDICAZIONI

Il trattamento miofasciale trova vaste applicazioni e risulta pertanto consigliato nel caso di:

  • Algie vertebrali ed articolari: le rigidità articolari compromettono la lassità indispensabile ai micromovimenti. I pompaggi miofasciali articolari hanno la finalità di recuperare questa lassità fisiologica, in modo tale da permettere il normale movimento dell’articolazione.
  • Retrazioni e contratture muscolari: con il pompaggio si agisce sulla viscoelasticità dei muscoli, così da ottenere rilasciamento muscolare ed azione decontratturante. Il lavoro sulla Fascia consente di agire sui molto frequenti, dolori da tensione, poiché questa struttura è ricca di recettori che possono diventare rapidamente sensibili e dolorosi, quando le informazioni sensitive dolorose si prolungano.
  • Disturbi circolatori e linfatici: la Fascia, per via dei suoi stretti rapporti con i vasi sanguigni, viene definita come il “cuore periferico”, poichè favorisce la circolazione dei fluidi corporei. Pertanto un arresto dei suoi movimenti si ripercuote con una stasi dei liquidi, sia nella porzione intravasale che in quella extravasale. La tecnica dei Pompages ha quindi lo scopo di risolvere le stasi, cooperando con altre tecniche manuali ad azione drenante globale.
  • Viene inoltre utilizzata per: Artrosi, Periartriti, Discopatie e Tendiniti.

Richiedi Visita/Consulto per

Terapia miofasciale

    I campi con * sono obbligatori